L’attesa e l’incontro

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Attesa parte 1 

Lei cammina, lui l’aspetta sull’uscio e con gentilezza le indica di andare verso la porta consentita, che non è quella solita di ingresso. Siamo nel lungo corridoio alberato e fiorito della RSA “Il Giglio”, la casa di tante persone, in cui non siamo potuti entrare per un po’ di tempo.

E oggi siamo qui, e sono sempre loro. No, non è cambiato proprio niente, solo…

– Chi sei? – Mi sento urlare

– Nicole! – rispondo emozionata

– Nicole?! – 

– Si!!! Ci vediamo dopo!!! –

I nostri ingressi sono frazionati, abbiamo un tempo preciso. Io aspetto fuori il cancello.

– Come va? – Mi chiedono, a distanza.

E sono lì seduti al sole, imbavardati, quattropiedati, ma in piedi. Forti. Respiro. Sì! C’è molta gioia nell’aria…

– Mo Mo! – Dico, “ora ora”, ora entro anch’io.

– Bu Bu. – Mi rispondono scherzosamente.

E saltiamo, ridiamo. La gioia di rivedersi, seppur brevemente e dentro delle regole di igiene e distanza. Anche questo tempo è importante.

Ieri notte, un ragazzo, un ospite in RSA, al telefono: – Sto bene. Sono in terrazza. C’è la pioggerellina… –

Ho immaginato la notte, le notti in RSA, le lunghe notti…

– L’abbiamo sentita in tanti, quella pioggerellina, e tutti ci siamo sentiti più vicini.

Ora sono seduti, lì vedo da qui, dalle sbarre a tre. Tre amici, in un bar diverso. Al sole, senza ombrelloni, e chissà che cosa hanno da raccontarsi?

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È passata tanta vita in mezzo, in questo periodo, però le sensazioni di oggi ci catapultano in questo racconto presente. E quindi il passato non esiste più?

Non siamo solo un gruppo di attori, noi siamo attori di questa vita.

Aspetto. Cammino avanti e indietro, mi sento un neo babbo che aspetta in ospedale, autorizzato a non capirci niente: – Se ti telefonano digli che tra poco uscirà

No, niente si è fermato

Sono sicura che avremo sempre tanto da dirci e spero che questa opportunità di potersi  vedere finalmente seppur brevemente non sia una piccola occasione, un confetto, bensì un momento semplice, come tutti gli altri.

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Incontro parte 2 

Ti vedo sorridere sotto la mascherina.

Ti sento abbracciarmi con lo sguardo.

L’energia passa attraverso le disposizioni imposte e le distanze sanitarie

o il contrario, non lo so.

Sento la tua felicità col cuore

Che mascherine per il cuore non ce ne sono ancora.

Che poi quello muore solo se lo si protegge troppo.

Invece io sono qui, per te, per ascoltarti, con tutti gli organi che ho.

Con gli occhi ti vedo e ci sorridiamo.

Col naso fiuto la paura degli infermieri nel farci incontrare,

nella paura c’è molto disinfettante.

Penso alla gioia di chi ha rivisto i propri parenti dopo tre mesi,

penso a te che di parenti non ne hai, che hai dunque solo affetti sinceri.

Ti vedo gioioso e penso a quanto basti poco per farsi contenti.

Penso a quanto teatro c’è in tutta questa amministrazione degli affetti,

penso,

penso alla tempesta.

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Testi e foto di Nicole Pauline Falcioni e Marta Falugiani

La tempesta2020 è un progetto a cura di Francesco Ferrieri e Alessio Martinoli Ponzoni

All’inizio era la favola

Caro Diario,

le voci di Prospero e Miranda sono un ricordo, lasciata l’isola e preso il mare. Prima di ripartire abbiamo camminato sulla riva, approfittando dei tiepidi raggi del sole. Ho raccolto una conchiglia e me la sono messa in tasca. Ora la terra è lontana, e la conchiglia è qui, sul comodino della mia cabina.

Avrebbe mai pensato di far così tanta strada?

Ma quale isola, poi? Siamo stati in un luogo senza coordinate, eppure la materia che conservo testimonia che quel luogo esiste davvero.

Non posso smettere di osservarla, ha qualcosa di sublime. Che cosa ferma lo sguardo? Che cosa ci attrae verso un oggetto quasi a dirti: guardami. Guarda come sono fatta. E vedo ripetizioni imperfette, sfumature ora casuali ora ordinate, asperità e levigature: la bellezza, che ferisce.

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La passeggiata mi ha portato molto indietro, a ricordare da dove siamo partiti.

Dare voce a un amore presuppone il nominare? E poi circoscrivere un luogo, Agire?

Noi siamo la variabile che coltiva questo progetto, applicabile a qualsiasi RSA, a qualsiasi lavoro intorno a Shakespeare. In cosa differisce fare teatro in RSA o farlo in una qualsiasi altra situazione? Perché questa conchiglia, e non un altro oggetto? Quale è l’idea del teatro che porta il teatro in RSA?

Come è fatta la conchiglia? Per chiedersi, come fa ad essere così bella?

Guidati da sensibilità sublimi, con libertà di trovare espressione, dentro un gioco di regole che il luogo ci presenta, con necessità tutte umane, e il lavoro verso noi stessi e verso il testo: tradurre coscientemente, e sapientemente per portare l’opera e noi, a vivere ancora.

Inferno o cielo, che importa?

Giovedì 13 Febbraio alle ore 15.15 ci vediamo al secondo piano della RSA “Il Giglio”, in Via Santa Maria a Cintoia 9 / A, Firenze

Testo Nicole Pauline Falcioni

La Tempesta2020 è un progetto a cura di Francesco Ferrieri e Alessio Martinoli Ponzoni.

P.S. Vi invitiamo a partecipare agli incontri letterari con autori e poeti a partire da Domenica 16 febbraio a partire dalle ore 16.30 in compagnia di Francesca Mazzotta presso la RSA Il Giglio, via Santa Maria a Cintoia 9/A, Firenze. Secondo piano.

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Il presepe smonta il 13 – Diario Socio-Shakespeariano

Buongiorno!
Primo incontro del 2020 qui alla RSA “Il Giglio” per RSSA, il cerchio si… allarga e il Laboratorio su “La Tempesta” di William Shakespeare può ripartire.
“L’albero e il presepe vengono a smontarli il Lunedì, lo ha detto il Papa”
“Non l’ha detto… No, nooo. (pausa) Non l’ha detto. Io domenica il Papa l’ho sentito tutto, e non ha detto quando smontare il presepe… Unn’ha detto nemmeno che vengano di lunedì a smontarlo…”
“L’ha detto… L’ha detto”
(pausa)
“Mi fai na foto col presepe? Ho sentito che lo smontano”
All-focus
Si smonta il presepe e al secondo piano si monta La Tempesta, si mescolano i ruoli, si prova si tenta…
“Dov’è Maurizio? Ma Maurizio arriva? Ma dov’è finito Maurizio? Non viene Maurizio? Arriva? Ora appena torna Maurizio, facciamo la tempesta! Sta arrivando? Non arriva? Ok, non arriva”
Oggi manca anche il re Alonso, urge… una sostituto, una sostituta. Il buon Gonzalo accompagna la nuova re, che dapprima si mostra “modestamente”: “Non ho mai fatto il re. Mi sono trovata un po’ impacciata… “ Eppoi inizia subito a impartire consigli, a specchiarsi nelle acque del Re: “ma quel ragazzo che mi tiene per il braccio non lo può fare in modo più regale? Si piega tutto, noi dovremmo tenere un atteggiamento regale nonostante tutto. No?”
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Maurizio è a comprare il cavetto per l’antenna della radio, qualcun altro è a una visita, ma siamo in tanti e anche chi non c’è fa la sua parte.
“Mai mi sarei aspettata, ora, a questa età, di essere messa così al centro dell’attenzione”, confessa il nostro Re per un giorno: “è stato elettrizzante”.
Una nuova freccia al nostro arco!
Noi ci vediamo Giovedì prossimo 16 Gennaio sempre alle 15.15 al secondo piano della RSA “Il Giglio”, in Via Santa Maria a Cintoia 9 / A, Firenze.
Come abbiamo scritto nel primo post. Siete invitati a venire a trovarci, vi accoglieremo, ma annunciatevi, sarebbe meglio (residenzeshakespeariane@gmail.com)
Le Residenze Socio Shakespeariane Assistite
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La Tempesta 2020 è un progetto a cura di Francesco Ferrieri e Alessio Martinoli Ponzoni